Enciclopedia de la Literatura en México

Tajimara

«Ricordo la scalcinata e antica casa a Tajimara, lo sbocciare dei meli e dei fichi, la volontaria confusione dei quadri di Julia e Carlos e il vuoto dei pomeriggi senza Cecilia. Perché parlare di tutto questo? Julia si sposò in chiesa. Andai al matrimonio. Vestita da sposa sembrava una Madonna di paese. Nell’atrio Carlos parlava di andarsene in Europa. Mi sedetti ad ascoltare l’organo e per tutta la cerimonia pensai a Cecilia. All’uscita la luce era accecante e il sole rifletteva contro i muri gialli il verde degli alberi. Camminai senza meta e sentii dentro di me il vuoto della sera che iniziava senza Cecilia. Il senso della storia è il meno; mentre la scrivevo, avevo soltanto presente l’immagine di Cecilia. Mai possiamo dimenticarci di noi stessi e i nostri problemi coinvolgono gli altri e li deformano.» (J. García Ponce) Considerato da molti come il padre della Generación de Medio Siglo (cioè di quegli scrittori messicani che hanno cominciato a essere conosciuti a metà del ’900, da Carlos Fuentes a Sergio Pitol), García Ponce nei suoi scritti innesta sulla tradizione culturale latinoamericana temi e atmosfere propri della letteratura europea del ’900, in particolare dei prediletti Musil, Klossowski e Thomas Mann. In «Tajimara» delinea con una prosa fredda e raffinata il ritratto di Cecilia, una donna il cui destino è gia scritto perché «costruiamo tutto con l’immaginazione e siamo incapaci di vivere la realtà semplicemente».

* Esta contraportada corresponde a la edición de 2003. La Enciclopedia de la literatura en México no se hace responsable de los contenidos y puntos de vista vertidos en ella.